15 Giu L’arabo del futuro
Il tema delle coppie miste e quello delle seconde generazioni si stanno rivelando tanto attuali quanto sottovalutati
o volutamente ignorati, perseguendo piuttosto miracolose soluzioni fatte di chiusure di frontiere;
la nuova graphic novel di Rizzoli Lizard L’arabo del futuro muove proprio dall’esperienza personale dell’autore, Riad Sattouf, figlio di una coppia siriano-francese, per affrontare questi aspetti.
La frase riportata nella quarta di copertina “in Siria ero francese, in Francia un arabo con un nome bizzarro” ben racchiude il senso di disadattamento e l’anima della storia.
Il piccolo Riad, nato in Francia, parte a due anni verso la Libia prima e la Siria poi a seguito di un padre ispirato da idee panarabiste. Ma cosa comporta per Riad e sua madre questo sradicamento?
Cosa significa riadattarsi, riprogrammarsi a una nuova realtà con usi e valori intimamente diversi da quelli vissuti fino a quel momento?
Come conciliare il bagaglio valoriale di due mondi e cosa fare di fronte a un padre che guarda agli ideali comunisti da una lato , scegliendo d’insegnare in paesi arabi e auspicando l’avvio di un massiccio processo d’istruzione di questi paesi, ma che non riesce a fare a meno di farsi influenzare da credenze popolari e precetti religiosi nel momento in cui si ricongiunge al suo nucleo familiare originale?
Riad Sattouf, vignettista collaboratore di Charlie Hebdo e regista vincitore del César 2010 come miglior opera prima con il suo Les Beaux Gosses, ci porta dentro una realtà vividamente descritta e quanto mai attuale senza abbandonare il gran senso dell’umorismo che rappresenta la sua cifra narrativa.