Le recensioni: i papà

E. Jadoul, "Papà isola", Babalibri

E. Jadoul, “Papà isola”, Babalibri

La letteratura per l’infanzia è ricca di lavori dedicati alla figura della madre, sia durante la gravidanza che nel corso della crescita del bambino, mentre la figura del padre sembra messa un po’ in sordina.
È più semplice, in effetti, parlare del viscerale rapporto madre – figlio (l’ombelico non è la cicatrice di questo?), perché la parte femminile è da sempre quella di riferimento, quella che nella nostra società si dedica alla cura dei figli.
Per parlare di padri anche ai più piccoli, per far loro capire giocando e sorridendo che questo ruolo è importante esattamente quanto l’altro, scegliamo quattro testi classici che ci presentano dei papà non troppo convenzionali, eppure così profondamente umani.
Lo sanno i giovanissimi lettori che non solo la mamma può far nascere i piccoli?
Che ci sono papà che chiedono alla loro compagna: “Posso esserti d’aiuto?”
e che alla risposta affermativa aggiungono: “Avrò buona cura delle nostre uova!”?
Eric Carle presenta, nel suo lavoro L’ippocampo, un papà speciale, edizione Mondadori, illustrato che include anche quattro acetati per “vedere” i segreti del mare, il personaggio dell’ippocampo, insolito papà che riceve le uova dalla femmina e le ripone nel proprio ventre fino al momento della nascita.
Allora anche un papà può custodire delle uova?
Ebbene sì, e Carle, facendoci seguire gli incontri del cavalluccio marino nel profondo blu, ci mostra altri abitanti del mare, di sesso maschile, che aiutano le compagne nella gestazione.
C’è chi tiene le uova in bocca, chi sulla testa e chi ancora sotto la pancia: l’ippocampo avrà, per ciascuno dei pesci, una parola di incoraggiamento, fiero di far crescere i propri piccoli. Ma non è solo l’ippocampo ad essere un papà speciale, tutti i papà lo sono, ed è questo che il nostro breve percorso vuole proporre.
È forse più convenzionale un orso che non si sente all’altezza di diventare papà?
I più piccoli si troveranno di fronte, nell’albo Papà isola di Emile Jadoul, edito da Babalibri, un grande e dolcissimo orso, terribilmente emozionato all’idea di avere un figlio; l’autore, infatti, invita con delicatezza i lettori – o per meglio dire i genitori, che guidano i figli nel percorso di lettura – a rivalutare la canonica figura del padre forte e sicuro di sé: il grande orso Gigi non è niente di tutto questo, eppure sarà in grado anche lui di diventare padre.
Jadoul ci parla dell’attesa per l’arrivo di un figlio, di un nucleo famigliare che si allarga, e, principalmente, della paternità come ciò che si è, piuttosto che ciò che si sa fare; l’idea di partenza è, quindi, quella di una madre paziente che indirizza il compagno attraverso il cammino della paternità.
Le tavole dell’autore sono ampie e sempre a fondo bianco, il tratto equilibrato e morbido, tanto quanto la pelliccia dei grandi protagonisti: può darsi, quindi, che i piccoli lettori abbiano bisogno di vedere la fragilità e l’insicurezza anche dentro le figure da sempre presentate come più solide e, può darsi di nuovo, che i papà che accompagneranno i figli nella lettura si sentano, in qualche modo, legittimati a porsi la domanda: Sarò all’altezza?
Terzo esempio di come l’editoria per ragazzi di oggi sappia parlare della figura del papà ai piccolissimi è Caro papà di J. M. Walsh illustrato da J. Abbot, Nord Sud Edizioni.
Più semplici il messaggio e la struttura rispetto ai precedenti e dedicato ad un pubblico ancora più giovane, il lavoro di Walsh e Abbot, autrici anche di Cara mamma, racconta la giornata di un papà drago e del suo piccolo.
Le autrici si servono della rima per catturare l’attenzione dei bambini, lasciando, poi, alle illustrazioni la quasi totalità della pagina; il tratto, simile alla matita, è molto semplice, i colori pastello sono netti e danno chiarezza a tutto il lavoro.
Questo papà, a differenza dell’orso Gigi, è uno sportivo, lavora con gli attrezzi, cucina, è un tuttofare e il piccolo drago si affida totalmente a lui.
La complicità padre figlio viene presentata in maniera semplice e immediata: un papà si prende cura, nel corso di una comunissima giornata, del proprio piccolo e lo aiuta con naturalezza a crescere.

Benjamin Chaud, Una canzone da orsi, Franco Cosimo Panini

Benjamin Chaud, Una canzone da orsi, Franco Cosimo Panini

Premio Andersen da 0 a 6 anni nel 2014, Una canzone da orsi di B. Chaud, Panini editore, è un invito a perdersi e a ritrovarsi, nella vita come nelle illustrazioni di questo testo; è come una grande partita a nascondino tra padre e figlio lunga quanto la storia raccontata.
L’inverno è alle porte e Papà Orso e Orsetto si preparano ad andare in letargo, quando un’ultima ape dispettosa vola davanti al naso del piccolo: comincia così un inseguimento, prima attraverso il bosco e poi nei meandri di una Parigi un po’ bizzarra, che porterà i due protagonisti alla scoperta del mondo degli uomini.
Chaud guida e depista i lettori con le sue grandi tavole illustrate ricche di dettagli e si diverte a regalare loro una storia che diventa nuova ad ogni lettura.
Anche in questo grande albo abbiamo come protagonisti un papà orso e il suo cucciolo, legati da un tenero affetto e da una golosa passione per il miele.
Questo papà premuroso affronterà mille pericoli per portare in salvo il suo piccolo e, una volta ritrovatolo, non si arrabbierà nemmeno per quanto è successo: padre e figlio si stenderanno sui tetti dell’Opera a guardare Parigi mangiando miele.
L’autore, principalmente, esorta i lettori ad utilizzare la fantasia, ad osservare con attenzione e a lungo, a considerare le alternative possibili, sulla pagina e nella vita; quella di Chaud è un invito allo “sbaglio” come fonte di arricchimento e crescita: chi meglio di Papà Orso e Orsetto può guidare i piccoli lettori in questo percorso?
Oggi di proposte narrative per bambini che hanno come protagonista la figura del padre se ne trovano diverse, sicuramente più che in passato, ma ancora non alla pari di quelle che hanno la figura della madre al centro.
Anche nella narrativa per adulti, e nella riflessione culturale contemporanea in generale, troviamo molte voci che parlano di padri e di figli: si possono citare, tra i tanti, Il complesso di Telemaco di Massimo Recalcati, o La morte del padre di Knausgard o il meraviglioso film Nebraska di Alexander Payne o, piuttosto, la graphic- novel Portugal, di Pedrosa.
Tutte le arti, e non solo, mettono quasi sempre in scena rapporti famigliari sia felici che infelici – o forse è meglio dire complessi?– evidenziando l’attualità del tema, la difficoltà che esso comporta e il concomitante bisogno di essere affrontato: orsi e draghi, perciò, sono qui solamente un modo per guidare i più piccoli in questo campo di scoperta con semplicità e dolcezza.
Buona festa del papà a tutti!

Sara Panzavolta