Un libro al governo. Tu quale scegli?

“L’ineguaglianza è già cominciata.
Comincia già prima della nascita. Ma se la società in cui viviamo è inadatta a vincerla, c’è un’altra società che ci guarda con uguaglianza, davanti alla quale siamo tutti uguali: è la letteratura. A questa società che osserva la nostra e da lei ci guarisce, a questa famiglia che si aggiunge alla nostra, ma nasconde le sue manchevolezze – non tutti hanno la fortuna di nascere circondati dai libri, come me, e non tutti hanno dei genitori che salivano su una scala per arrivare agli scrittori che iniziavano con la A – possiamo fare appello in tutte le circostanze. È sempre là. Non delude mai.
Non nutre soltanto di lettere, di parole, di frasi, anche se certe frasi o certi versi possono accompagnarci fino in galera, non trasmettere soltanto l’amore per la lingua, anche se è un amore che non tradisce. No: la letteratura distribuisce con uguaglianza il tempo, tutti i tempi che non abbiamo conosciuto, e lo spazio, tutti gli spazi che saremmo incapaci di percorrere da soli. Offre un fratello alla figlia unica, una lanterna al neon, l’alta montagna in piena periferia, il coraggio allo scoraggiato, le illusioni da perdere, le idee quando non se ne hanno, l’umidità quando si è secchi, la compassione, la rabbia, l’ambizione. I suoi propositi ci correggono. I suoi fini non ci sminuiscono. Insomma la letteratura fa crescere e accresce.
È quello che le è stato chiesto per secoli: che contribuisca a plasmare un carattere, e che a questo carattere dia uno stile, che ci guidi attraverso realtà visibili e invisibili, che ci aiuti a discernere il vero dal falso e a trovare il cammino.”
La letteratura ovvero l’uguaglianza, di Florence Delay
da La letteratura dall’alfabeto,
giannino stoppani edizioni

Noi martedì ci saremo, con La letteratura dell’alfabeto perché ci crediamo all’uguaglianza, con Don Chisciotte della Mancia, perché senza follia nulla si compie, con Un paese bambino, perché la poesia ha parole che non sempre sappiamo dire, con Il giornalino di Gian Burrasca, perché ci ha insegnato ad avere il coraggio delle idee.